
Fotografia aerea de Le Grazie a Senigallia, Nevio Arcangeli Fotografie
Introduzione
La chiesa ed il convento di Santa Maria delle Grazie sorgono a circa tre chilometri in direzione sud-est dal centro storico di Senigallia. Il Complesso, di proprietà del Comune di Senigallia, è uno dei più preziosi tesori della Città in virtù della sua funzione spirituale, del suo valore storico artistico e della sua plurisecolare storia, legata in modo particolare ai periodi più nobili di Senigallia, dal dominio di Giovanni Della Rovere al pontificato di papa Pio IX.
Attualmente gli ambienti agibili del Complesso sono soltanto quelli dell’antico convento, mentre la chiesa è chiusa al pubblico dal 13 settembre 2016 a causa del deterioramento della copertura e di lesioni alla fodera muraria interna.
Storia
Al posto dell’attuale complesso monumentale, prima del 1491 sorgeva un’edicola votiva o piccola cappella denominata “Madonna del pinocchio” o “Santa Maria del Pignotto”, il cui nome derivava probabilmente dal fatto che il luogo era circondato da pini. D’intorno si estendeva un’ampia selva, poi progressivamente disboscata fino ad essere completamente sostituita da campi, orti e costruzioni, oltre che dal cimitero cittadino a partire dal 1871.
La chiesa e il convento vengono progettati dall’architetto Baccio Pontelli da Urbino (1449 circa-1494 circa) su commissione di Giovanni Della Rovere, signore della città, ed edificati a partire dal 1491. Secondo il Libro maestro del convento, custodito presso l’archivio storico comunale, i primi frati vi si stabiliscono già nel 1492. Successivamente la fabbrica è rivista e ampliata, secondo la testimonianza storica di Vasari, dall’architetto Girolamo Genga (1476-1551)per volere di Francesco Maria Della Rovere, in un intervento avviato sicuramente prima della morte di quest’ultimo nel 1538.
Secondo la testimonianza storica di fr. Francesco Gonzaga e del vescovo Pietro Ridolfi, la chiesa di Santa Maria delle Grazie sorge come voto fatto da Giovanni Della Rovere per la nascita del tanto desiderato figlio maschio, Francesco Maria, dato alla luce dalla moglie Giovanna Di Montefeltro il 25 marzo 1490. Lo storico dell’arte Francesco Benelli ipotizza un’ulteriore motivazione: utilizzare la chiesa delle Grazie come mausoleo della famiglia roveresca, ad imitazione della chiesa di San Bernardino in Urbino da parte dei Montefeltro. Nella chiesa delle Grazie trovano infatti sepoltura, prima di Giovanni, il cognato Antonello Sanseverino principe di Salerno; la figlia Girolama; la madre Teodora Manerola. Il 18 marzo 1627, Francesco Maria II Della Rovere fa traslare solennemente le spoglie del suo avo Giovanni dalla sacristia, luogo della prima sepoltura, ad una tomba pavimentale posta al centro dell’aula liturgica, davanti ai gradini di accesso al coro.
L’intero complesso è definitivamente ultimato soltanto nel 1684, grazie all’iniziativa di Vittoria Della Rovere granduchessa di Toscana (1622–1695), ultima discendente diretta di Giovanni a portare il nome dell’illustre dinastia.
Nel 1851 il papa Pio IX erige la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie con lettera apostolica “Inter cetera”, promulgata l’8 marzo. Nella lettera, il papa motiva l’erezione della nuova parrocchia citando le disposizioni tridentine: prossimità alle abitazioni in vista della partecipazione liturgica del popolo, dell’educazione catechistica dei bambini e della cura d’anime attraverso l’istruzione e i sacramenti. In tale occasione, il papa senigalliese forniscela chiesa delle Grazie del fonte battesimale e degli arredi liturgici necessari alla sua nuova funzione.
Nel 1866 l’intero Complesso e l’area adiacente diventano proprietà del Comune di Senigallia, che si impegna a garantire il regolare funzionamento della Parrocchia.
Nel 1871 la selva circostante viene disboscata per essere adibita a cimitero comunale. La direzione del cimitero èaffidata ad uno dei religiosi del convento. Al contempo, nella zona sud ovestviene allestito il cimitero per gli ebrei, tuttorain uso.
Dal secondo dopoguerra ai primi anni ‘70, la parte est dell’antico convento viene utilizzata per dare alloggio a famiglie sfollate e come scuola elementare.
A settembre del 2008 i Frati Minori, dopo 515 anni di presenza ininterrotta, lasciano le Grazie e la guida pastorale della Parrocchia, che viene assunta dai presbiteri secolari della diocesi. La Parrocchia utilizza a fini pastorali la parte dell’ormai ex convento adiacente alla chiesa con il chiostro minore.
Il 13 settembre 2016, con Ordinanza n°528 firmata dal Dirigente Area Tecnica e Territorio Ambiente e dal Sindaco del Comune di Senigallia, la chiesa di Santa Maria delle Grazie viene chiusa per salvaguardare la pubblica e privata incolumità dei frequentatori. Il provvedimento è l’esito del grave deterioramento della copertura e di lesioni alla fodera muraria interna eretta nel 1626.
Da agosto 2016 la comunità parrocchiale non ha accesso alla chiesa. Le Sante Messe sono celebrate nel chiostro minore, nell’adiacente cappella feriale e, in inverno, nel teatrino parrocchiale.
Architettura
La prime parti del Complesso ad essere edificate sono la sacristia e il convento, destinato per volere dello stesso committente ai Frati Minori allora detti “dell’osservanza”.
Nel progetto di Pontelli la chiesa è orientata secondo l’asse est-ovest ed il convento organizzato intorno a due chiostri quadrati uguali e divisi. Rispetto all’attuale conformazione del tempio, la chiesa pontelliana corrisponde all’attuale coro, presentandosi dunque come una struttura di assai minori dimensioni.
La planimetria del convento è organizzata secondo una griglia geometrica rigorosa, come impongono i canoni architettonici rinascimentali. Tuttavia l’impianto tiene debitamente conto del criterio di funzionalità, com’è attestato ad esempio dall’irregolarità delle finestre delle celle rispetto alle arcate dei chiostri. Il risultato stilistico coniuga la raffinatezza e il rigore geometrico rinascimentale all’austerità e praticità medievale. Lo stesso suggestivo connubio abbina le finiture marmoree delle colonne, dei capitelli e delle cornici alle murature in laterizio rossigno tipico del luogo.
Entro il 1538, sotto la committenza di Francesco Maria Della Rovere, Girolamo Genga converte la chiesa pontelliana in coro e in presbiterio, aggiungendo l’attuale aula dell’assemblea liturgica e trasferendone l’ingresso a nord. Secondo Francesco Benelli, principale storico e studioso dell’architettura del Complesso, è dopo il completamento della sacristia e del campanile che viene mutato l’orientamento della chiesa, probabilmente a causa della cedevolezza del terreno. Ad ogni modo, tale cambiamento determina l’impossibilità di mantenere l’integrità del chiostro ovest, che rimane in questo modo interrotto a metà dal muro laterale della chiesa. Nei due chiostri sono affrescate 28 e19 lunette con episodi della vita di San Francesco d’Assisi, opera del pittore Pietro Francesco Renulfo, realizzate nel 1598.
Nel 1626, sotto la signoria di Francesco Maria II Della Rovere, viene realizzata una fodera per ricoprire secondo il nuovo gusto architettonico le mura portanti perimetrali della chiesa, arricchendola di nicchie e lesene, e costruendo un soffitto a botte sotto le capriate. L’interno assume così il suo attuale aspetto, del tutto differente da quello originario rinascimentale.
Nel 1666 i frati edificano un muro per circondare la selva del convento, muro che attualmente delimita parte del cimitero comunale maggiore.
Nel 1684 fu realizzato il portale d’ingresso, sovrastato congiuntamente dall’effige della famiglia Della Rovere e De’ Medici (delle quali era discendente la granduchessa Vittoria).
Nel 1690 fu allestito il pregevolissimo arredamento della sacristia.
Nel 1722 vengono erette le 14 edicole della Via Crucis che contornano il piazzale antistante alla chiesa e al convento.
Opere d’arte
La chiesa di Santa Maria delle Grazie è scrigno di due celeberrimi tesori del rinascimento italiano, ovvero la pala “Madonna in trono con Bambino e Santi” di Pietro Vannucci detto “Perugino” e della Madonna di Senigallia di Piero della Francesca.
Entrambe le opere attualmente sono in custodia altrove, a causa del cattivo stato in cui versa la sede originaria: la tavola del Perugino presso la Pinacoteca Diocesana di Senigallia dal 2016, mentre la Madonna di Senigallia presso la Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino dal 1917.
Bibliografia
Francesco Benelli, Baccio Pontelli, Giovanni Della Rovere, il convento e la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Senigallia,nella rivista “Quaderni dell’Istituto di storia dell’architettura” dell’Università degli studi Roma “La Sapienza”, nuova serie fascicolo 31-1998, pp. 13-26.
Angelo Mencucci, Senigallia e la sua diocesi, Editrice Fortuna, Senigallia (AN) 1994,vol. 1, pp. 886-910.
Pietro Ridolfi, STORIA DELLA CITTÀ DI SENIGALLIA E DELLA SUA DIOCESI, a cura di A. Maddamma e F. Solazzi, Senigallia (AN) 2017, pp. 162-165.
Collegamenti
Sito del Museo di storia della mezzadria “Sergio Anselmi”:https://www.feelsenigallia.it/da-vedere/musei/museo-storia-mezzadria-sergio-anselmi.html
La Madonna di Senigallia di Piero della Francesca sul sito della Galleria Nazionale delle Marche:http://www.gallerianazionalemarche.it/collezioni-gnm/madonna-di-senigallia/
La Madonna in trono con Bambino e Santi di Pietro Vannucci sul sito della Diocesi di Senigallia:http://www.diocesisenigallia.it/il-perugino-in-mostra-alla-pinacoteca-diocesana/